L’Ing. Carlo Emanuele Tiscornia è stato allievo del rinomato architetto genovese Luigi Carlo Daneri. Tra le opere da lui realizzate a Genova si possono ricordare il Palazzo Lauro in piazza della Nunziata e la sede in via Varese del Secolo XIX. Il suo progetto di maggior respiro ha visto la collaborazione costante della moglie, Maria Rosa Magliano: il Parco Residenziale Portobello di Gallura, vicino a Santa Teresa, iniziato a fine anni ‘60 e portato a termine poco prima della sua scomparsa, nel 2003. L’innovativa ambizione del Parco, che conta circa 300 villette, è quella di creare una realtà abitativa che potesse fondersi in modo armonico nel meraviglioso contesto circostante, nel totale rispetto della natura.
Nei lavori di Carlo Emanuele Tiscornia ciò che spicca innata sin dall'inizio è l'attenzione a non violentare mai la natura e a non lacerare la morfologia dei luoghi. Questa sensibilità innata porta progressivamente l'architetto a una trasformazione dei concetti rigidi e razionalisti in cui si era formato in una nuova visione del progetto più organica e tutta rivolta ai concetti di sostenibiltà.
La signora Magliano, come il marito, ha sempre creduto nel valore della formazione dei giovani ingegneri e alla sua morte, nel 2009, lascia un’importante somma all’Ateneo di Genova per lo sviluppo dei corsi di Ingegneria Civile ed Edile dell’allora Facoltà di Ingegneria, ora parte della Scuola Politecnica.
Per capire meglio la filosofia di pensiero dell'ingegner Carolo Emanuele Tiscornia di seguito si riportano alcuni estratti del libro "Portobello di Gallura. Al di la del mare tra gli alberi" da lui scritto per raccontare in prima persona l'esperienza di progettazione e realizzazione del Parco Residenziale di Portobello.
"Avremmo potuto costruire insediamenti alti fino a tre, quattro piani, veri e propri palazzotti; leggi e regolamenti ce lo consentivano; ma non lo avremmo tollerato noi, perchè amavamo troppo quell'ambiente straordinario..."
"Sentivo che per vivere in quei posti occorrevano case a forma di grotta, ripari chiusi, con spiragli e muri curvi, per far scivolare via il vento .... uno spazio liberamente concepito per vivere, avvolto da superfici scultoree, non dettate da rigide squadere".
"Via via che il lavoro procedeva, mi recavo spesso a Sassari dal sovraintendente per sottoporgli i vari nodi del piano. Non ci trovavamo d'accordo su un sacco di punti ... Mi frenavo, ripetendomi di non essere obbiettivo, come tutti gli innamorati, e io lo ero di Portobello; ma bastava molto meno, avere semplice rispetto per un capolavoro di madrenatura, per ritenere assurdo l'intervento di tipo massivo richiesto dalla Sovraintendenza"..." Ridurre l'edificabilità ad un terzo o a un quarto come pretendevamo noi innamorati significava decurtare pesantamente l'utile industriale, poichè i costi di urbanizzazione restavano praticamente gli stessi. Tuttavia convinsi i miei compagni" ... " Il nostro fu un caso veramente singolare, forse unico in italia, quello di imprenditori che si battevano per costruire il meno possibile e che, facendola franca, poterono edificare volumi enormemente inferiori a quelli consentiti".
"Costruire una rete fognaria ordinaria costava troppo, in denaro e soprattutto in difficoltà da superare, e sarebbe comunque rimasta irrisolta la destinazione dei liquami, Misi a punto una formula che a posteriori risultò semplice quanto efficace: invece di raccogliere gli scarichi di tutte le ville in pochi punti dell'area, e creare così il problema dello smaltimento, pensai a un metodo capace di effettuare una dispersione diffusa degli scarichi. Ottenni così che ogni appezzamento ricevesse, in un sottosuolo poco profondo, un'uniforme quantità d'acqua concimante ... la sabbia granitica, di cui è composto in massima parte il terreno di Portobello, è un ottimo depuratore ... i alcuni puti le acque risultano depurate già dopo soli 18 metri di percorso ... ovunque risultano pulite dopo 70.80 metri".
Articolo da Il Secolo XIX - 19 Maggio 2013
Articolo da La Repubblica - 31 Luglio 2009
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