Abstract

La questione ambientale interroga da tempo le coscienze. E il tema fondamentale dei limiti dello sviluppo si riaffaccia periodicamente all’attenzione della società, con connotazioni oscillanti fra catastrofismo di stampo Malthusiano e ottimismo razionale fondato sulla fiducia nelle immense potenzialità della tecnologia. La conversazione si propone di illustrare questa questione, che sta al cuore dell’Ingegneria Ambientale, evidenziandone la stretta connessione con le linee di sviluppo che la ricerca e la pratica dell’Ingegneria Ambientale potranno darsi nei decenni a venire.

C.V.

Giovanni Seminara, laureato a Genova in Ingegneria Civile nel 1969. PhD in Meccanica dei Fluidi presso la University of London, Imperial College. Ordinario di Meccanica dei Fluidi dal 1986 al 2015 presso l’Università dii Genova. Socio Corrispondente dell’Accademia dei Lincei dal 2001, Socio non residente dell’istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti dal 2004. Socio dell’Accademia Ligure di Scienze e Lettere dal 1999. Ha svolto per un breve periodo la funzione di membro del Comitato Tecnico del Magistrato per il Po e della Commissione Grandi Rischi. Ha rappresentato la Comunità Scientifica del nostro Paese nell’ambito dell’European Mechanics Council dal 1989 al 1994.

Ha svolto inizialmente attività di ricerca nel campo della Meccanica dei Fluidi di base e della Bio-fluidodinamica. Più recentemente ha contribuito a fondare e sviluppare quella nuova branca dell’idrodinamica che si occupa dell’interazione dei fluidi in movimento con frontiere erodibili: la Morfodinamica, nelle sue espressioni fluviali, costiere e sottomarine.

Giovanni

SEMINARA

Riflessioni random di un settuagenario sul futuro dell’ingegneria ambientale

Università degli Studi di Genova

Scuola Politecnica di Ingegneria e Architettura

DICCA - Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale

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